Su Gesu’ Cristo
Sulla Via della Meditazione

Cominciamo con un riassunto conciso che cattura i punti principali discussi nel prosieguo: qualche cenno sulla figura storica di Gesù Cristo riconosciuto come un grande profeta non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani. Viene descritto come simbolo di libertà, umanità, e resistenza all’ingiustizia.
Scandalo e Laicità: Gesù è presentato come uno scandalo sia per credenti che non, e viene evidenziata la sua laicità, citando le sue parole “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”.
Il Crocifisso: Il testo esplora il significato del crocifisso, visto come immagine della rivoluzione cristiana e simbolo di uguaglianza, senza generare discriminazione.
Critica Sociale: L’articolo critica la Chiesa e i politici per non riuscire a comunicare efficacemente il messaggio di Cristo, e suggerisce che i veri nemici del crocifisso oggi siano proprio i chierici e i clericali.

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[…] Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, …

È, da duemila anni, uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”).

Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l’ideologia più pagana della storia, il nazismo … a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo.

Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.

A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola”. Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia – si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. […] 

Marco Travaglio, da Il Fatto Quotidiano n°38 del 5 novembre 2009

– http://www.ilfattoquotidiano.it

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