La fisica moderna e il misticismo orientale sembrano due mondi lontani e incompatibili, ma in realtà nascondono una profonda affinità. Entrambi ci rivelano che la realtà non è quella che appare ai nostri sensi, ma è sottesa da un livello più profondo e misterioso: il Vuoto. Il Vuoto non è l’assenza di tutto, ma la fonte di tutto. Da esso emergono e in esso si dissolvono le particelle che costituiscono la materia, in un gioco incessante di creazione e distruzione. Il Vuoto è quindi il principio creativo dell’universo, ma anche il suo aspetto più nascosto e ineffabile. Per conoscerlo, non basta la scienza, ma occorre anche la meditazione. Solo così possiamo sperimentare direttamente la verità espressa dal sutra: “la forma è vuoto, e il vuoto in realtà è forma”. Ma ora leggiamo, direttamente – come si spiega, a tal proposito – Fritjof Capra.
«Il vuoto è ben lungi dall’essere vuoto. Al contrario, esso contiene un numero illimitato di particelle che vengono generate e scompaiono in un processo senza fine. In questo aspetto della fisica moderna c’è dunque la più stretta corrispondenza con il Vuoto del misticismo orientale. Analogamente al Vuoto dei mistici orientali, il “vuoto fisico” – come è chiamato nella teoria dei campi – non è uno stato di semplice non-essere, ma contiene la potenzialità di tutte le forme del mondo delle particelle. Queste forme, a loro volta, non sono entità fisiche indipendenti, ma soltanto manifestazioni transitorie del Vuoto soggiacente ad esse. Come dice il sutra, “la forma è vuoto, e il vuoto in realtà è forma”.»
Fritjof Capra, Il Tao della Fisica
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